Italia, marzo 2013, mentre il lavoro manca e la crisi morde. I parlamentari del Pdl, che ha recentemente raccolto più di 7 milioni di voti, sfilano in corteo davanti a un tribunale, parlano di emergenza democratica perché il loro capo, per sfuggire alla magistratura, si nasconde dietro un certificato medico, che una visita fiscale ha ritenuto non congruo, come l’ultimo dei fannulloni di Brunetta.

Italia, marzo 2013. Con la crisi che morde e il lavoro che manca e i parlamentari del Pdl che gridano all’emergenza democratica il capo politico del Mov5stelle, che ha recentemente raccolto oltre 8 milioni e mezzo di voti, non s’accorge di nulla e sputa fuoco contro il Pd, che avrà tanti difetti ma certo non è paragonabile da nessuno sano di mente ad un partito che difende in modo così palese gli interessi di uno, sfidando il buon senso e anche il senso del ridicolo.

Italia, marzo 2013, mentre la crisi continua a mordere ed il lavoro a mancare, i leader del Pd, che ha recentemente raccolto oltre 8 milioni di voti, oltre che a litigare tra loro (è il loro lavoro preferito) attaccano l’irresponsabilità del Mov5stelle e non dicono una parola su quanto sta accadendo; più di uno di loro accarezza l’idea che alla fine, pur di dare un governo all’Italia, bisognerà allearsi con il Pdl, visto che Grillo non vuole.

Italia, marzo 2013. La crisi morde, il lavoro manca, il paese è sfibrato e assiste all’invasione di un tribunale nel silenzio assordante – almeno fino a questo momento – del suo Capo di Stato, del suo presidente del Consiglio, del suo Ministro dell’Interno e forse futuro premier, del Ministro della Giustizia.

In questo paese di santi, poeti, navigatori, comici che fanno i politici e politici che fanno i comici, sempre pronti a dichiarare tutto e il contrario di tutto su qualsiasi argomento, compreso come si cucinano le patate al forno, il silenzio di queste ore è assordante.

E un po’ mette paura.

Pubblicato (anche) su Giornalettismo