C’era una volta il paese più ricco di risorse al mondo. Petrolio, oro, metalli, diamanti, uranio, coltan (polvere di cobalto e tantalite indispensabile per la telefonia), avorio. E Legno, tanto legno. Bambù, Tek, Ebano, Mogano: una foresta enorme, seconda solo all’Amazzonia. Il Congo. Poi sono arrivati LORO. Belgi. E poi Americani, Inglesi, canadesi, portoghesi, tedeschi. E più tardi Cinesi, Indiani. LORO, Presidenti e Amministratori delegati di multinazionali, con i loro gessati grigi, con la pochette sempre a posto, sbarbati di fresco, con le valige cariche di soldi, a braccetto con quei gentiluomini della Banca Mondiale e con i gruppi di potere locali a cui hanno riempito le tasche. LORO hanno fatto un grande miracolo: trasformare una foresta intatta di 125 milioni di ettari in risorsa per il LORO sviluppo. Centinaia di contratti, con cui hanno comprato 50 milioni di ettari di foresta (una superficie circa il doppio dell’Italia). Solo negli ultimi 2 anni, sono stati abbattuti 21 milioni di ettari di alberi (circa 7 volte la Lombardia). Ma LORO sono instancabili. E hanno fatto molto di più. LORO, i nuovi messia del ventunesimo secolo, hanno sfruttato gli odi tra i 242 gruppi etnici, amplificandoli, li hanno armati con le loro armi, scatenando guerre fratricide tra clan a cui hanno promesso una motocicletta per i capi tribù e pacchi dono – con ben 2 kg di sale e 3 scatole di sapone! – per la popolazione, in cambio delle sfruttamento perpetuo delle foreste. E sono riusciti, in 10 anni , a totalizzare oltre 3 milioni di morti e oltre 2 milioni di senza tetto. Guerre per l’indipendenza, lotta tra etnie? Favole, degne dei fratelli Grimm. Ormai ci si sbrana solo per far passare il confine a TIR carichi di oro, oppure per far partire piroscafi che galleggiano a stento, gonfi di tronchi spezzati pronti per il parquet. Passano illegalmente il confine, così un altro grande miracolo si compie: il Ruanda è il primo esportatore mondiale di coltan, l’Uganda è il secondo venditore d’oro del mondo ed entrambe forniscono il legno a mezzo mondo “civile”. Solo che non ne posseggono neppure un etto, un chilo, un tronco. Insomma, gli amministratori delegati delle multinazionali sono meglio di stregoni, fattucchiere, santoni. Anche Gesù di Nazareth, al loro confronto, con i suoi pani e pesci, fa tenerezza, poverino. Qui si moltiplicano miliardi di dollari per ingrassare clan mafiosi o, se va bene,  per costruire inutili distese di cemento in cambio delle ricchezze di minerali e di milioni di ettari di foresta. E la deforestazione selvaggia porta alla desertificazione, a scapito della povera gente del posto, dando anche una mano (evidentemente, ce n’è bisogno…) all’effetto serra in tutto il mondo. Povero Congo, dove si trova ancora il 70% dell’acqua dolce di tutta l’Africa, che basterebbe a dare energia a tutto il continente, e in cui invece manca spesso l’elettricità. Ricco di risorse per lo sviluppo economico eppure agli ultimi posti per reddito pro capite. Povero Congo, paese in cui la gente muore di fame davanti a coltivazioni sterminate di cereali destinati a diventare ecocombustibile per i SUV che inquinano le città americane ed europee.. Greenpeace ha anche provato ad avviare una campagna di sensibilizzazione sul disastro ambientale e civile del Congo, ma quelli di Greenpeace hanno solo la forza della loro umanità. Gli amministratori delegati invece hanno poteri magici, a loro Harry Potter gli fa un baffo. E’ una partita facile. Cemento contro legno. CO2 contro aria pulita. Imbecillità contro umanità. Non c’è lotta. L’ultima offerta è arrivata al Presidente del Congo dai cinesi, che hanno fregato sul tempo americani ed europei, che magari si vendicheranno scatenando un’altra guerra. Ma tanto, come diceva Trilussa, “So cugini e fra parenti nun se fanno i comprimenti”…Anzi, cantano in coro, tutti insieme, quella famosa canzoncina sul Congo, chi non la ricorda? Povero Congo. Povero mondo.
Buon tutto!
Questo post è stato ispirato anche dalla lettura di due interessanti post di un amico di Comicomix, Riccardo Gavioso, che con la sua penna ha graffiato le orche assassine qui e qui. E dalla recente lettura di un bel reportage dal Congo dell’inviato di Repubblica, Giampaolo Visetti

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